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Letteratura della nuova Italia.

Saggi critici di Benedetto Croce, pubblicati nella "Critica" dalla fondazione in poi, e raccolti in quattro volumi nel 1914-15, ai quali successivamente ne furono aggiunti altri due. Croce, con un'indipendenza ed originalità di giudizio, cerca di dare una sistemazione critica ai più rappresentativi scrittori italiani, dalla proclamazione del Regno al Novecento, opponendosi alle astruserie di scuola, distaccandosi da metodi critici o da concezioni estetiche troppo universitarie o troppo raffinatamente moderne, e cercando il bello nella semplicità e nella schiettezza. Nascono così le stupende pagine su Carducci (di cui Croce apprezza le doti di poeta, ma avversa l'aulica magniloquenza del critico), quelle su D'Annunzio (ch'egli definisce un dilettante di sensazioni), quelle su Verga (ch'egli colloca con estrema acutezza di analisi tra i maggiori scrittori della scuola naturalista), quelli su Pascoli e su Fogazzaro (il giudizio sui quali è rare volte positivo). L'opera di Benedetto Croce, anche se tendente ad esprimere un gusto letterario refrattario ad ogni motivo nuovo, è di enorme importanza, sia per la serenità, l'equilibrio, la saggia ed accorta dosatura del giudizio critico, sia per la minuziosa compiutezza dell'informazione, sia per lo stile ampio, classico e pur fresco, che è una delle qualità peculiari dello scrittore abruzzese.